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"I'm brave but I'm chicken shit"

Gli zombi

A seguito della segnalazione di Massimo Mantellini, mi sono incuriosito ed ho dato un’occhiata alla puntata di Digitalk sulla musica online.
Per questi signori la musica è un “prodotto” come un altro, come un detersivo, la carta igienica, l’acqua minerale. Noi siamo “consumatori” e “consumiamo” musica.
L’unica cosa che hanno chiara è che devono continuare a fare soldi, possibilmente sempre di più, e decidere cosa possiamo fare/non fare con la nostra musica.
Mi sarei aspettato almeno il (finto) tentativo di dare alla musica la connotazione culturale che le � propria, ma zero, nada, nisba.
Non che la cosa mi abbia stupito, da tempo si conosce l’atteggiamento miope del sistema di produzione e distribuzione discografico, ma almeno un accenno di colpo di coda per cercare di sopravvivere me lo sarei aspettato. Invece pare che l’unica cosa che abbiano imparato in questi anni è che i negozi di musica debbano essere spostati dall’off-line all’on-line.
Bah.


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Commenti

2 risposte a “Gli zombi”

  1. Avatar Massimo Moruzzi

    la ‘loro’ musica non � granch� cultura. detto questo, e considerato dove erano non troppo tempo fa, non mi sembra troppo terribile quello che hanno detto… voglio dire… music like water � una cosa che dicono anche persone che ne capiscono come gli autori di The Future of Music…

  2. Avatar Gigi
    Gigi

    Personalmente quello che mi sta più sulle scatole è il fatto di essere inquadrato come “consumatore”, “utente” e non più come “cliente”.

    Sembra solo una differenza di termini, ma in realtà dietro c’è tutta un’impostazione del rapporto tra chi offre e chi compra.

    Finchè saremo visti semplicemente “consumatori”, “utenti” e “utonti” non ci sarà più il rispetto dovuto a un “cliente”.