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"I'm brave but I'm chicken shit"

Adblock e pubblicità evitabile

Questo post di Gaspar (*) mi ha fatto riflettere un po’ sul mio atteggiamento nei confronti della pubblicità online.
Frequento il world wide web praticamente da sempre, ed i miei occhi hanno sviluppato una particolare abilità nell’ignorare completamente la pubblicità sui siti. Non credo di aver mai cliccato intenzionalmente su nessun banner o Adword, perché le cose preferisco cercarle, non farmi trovare da loro. Questa particolare selezione si è talmente affinata nei confronti degli adlink testuali che non saprei dire se i sito od il blog che ho appena visitato li aveva o no. Ho dovuto sospendere la scrittura del post per controllare se la mia casella Gmail avesse o meno la pubblicità testuale sul lato destro della pagina: l’ho notata stasera perché la stavo cercando, e uso Gmail da quando è stata rilasciata, quasi tre anni fa.
Questa mia peculiarità ha fatto si che io non abbia mai sentito il bisogno di installare estensioni come Adblock: semplicemente riesco ad ignorare completamente la pubblicità, se ciò che sto leggendo mi interessa.
C’è da dire che ormai leggo quasi solo blog e quasi solo via feed, quindi le occasioni di imbattersi un pubblicità online sono abbastanza ridotte.
Tutto questo pistolotto per introdurre l’argomento di cui volevo realmente parlare.
Punto Informatico, che leggevo fino all’anno scorso, ha deciso di offrire una versione di sé a pagamento ma priva di annunci pubblicitari.
A me non pare una cattiva cosa: più possibilità di scelta ci sono meglio è. Chi non riesce a sopportare la pubblicità può eliminarla sottoscrivendo un abbonamento, chi non se la sente ma desidera comunque leggere il quotidiano online, lo può sempre fare “sopportando” i contenuti pubblicitari.
La cosa che non mi piace, è eliminare deliberatamente i contenuti pubblicitari dalla versione gratuita. In fondo non si tratta di un blog come questo, scritto a tempo perso, ma di una pubblicazione quotidiana che produce contenuti apprezzati da molti. Per farlo è inevitabile sostenere dei costi, ed è naturale che i costi debbano essere coperti in qualche modo.
Come dicevo prima, non leggo Punto Informatico, ma se lo leggessi non credo che toglierei i contenuti pubblicitari, perché “non li vedo” ma comunque non mi sembra giusto. E’ qualcosa che, per qualche ragione, mi fa pensare all’uso di contenuti CC senza rispettarne la licenza.
Ci sarebbe poi da discutere sul business model tradizionale che spiattella la pubblicità e che ha fatto il suo tempo, ma è un’altro discorso.
Giusto per parare il benaltrismo, sbandiero già da adesso la mia manifesta incoerenza: non provo il minimo imbarazzo ad usare programmi P2P, e la cosa buffa è che non mi risulta che utilizzare Adblock su Punto Informatico sia illegale, a differenza di certi utilizzi del P2P.
Il punto è: su internet molto è gratuito, ma per forza di cose non tutto lo può essere. E’ giusto pretendere che tutto lo sia?
Ci sono commenti interessanti sul blog di Gaspar, al proposito.

(*) Gaspar, perché i tuoi permalink sono orrendi?


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Commenti

14 risposte a “Adblock e pubblicità evitabile”

  1. Avatar Samuele

    Io ho un approccio diverso. Sui siti che mi interessano clicco volentieri sulla pubblicità. Aspetto che si apra la pagina e, senza leggerla, la chiudo.
    Almeno il rating aumenta. E la pubblicità ha raggiunto in parte il suo scopo. Talvolta la pubblicità può essere anche utile e lo dico guardando i miei 100 biglietti da visita stampati gratis grazie ad un banner pubblicitario.

  2. Avatar stefigno

    Non condivido il commento di samu, e totalmente appoggio quello di Andrea. La pubblicità o almeno gli adwords,,,non mi fanno impazzire per niente,,,

  3. Avatar urbs

    Adblock + Filterset.G updater è l’accoppiata vincente non solo per rimuovere la noia della pubblicità, ma anche per velocizzare notevolmente la navigazione. Adsense non dà molto fastidio, ma pensate a quelle fastidiose pubblicità che caricano filmati in flash o applet java. In quei casi adblock è davvero utile, e ve ne accorgete se provate a farne a meno dopo un periodo di intenso utilizzo (o qualora siate costretti ad usare IE). E’ vero anche che leggendo blog et similia capita di rado di averne bisogno, ma se si legge qualche quotidiano online italiano e straniero, o si legge la posta su qualche portalone, ecc. adblock diventa indispensabile. imho naturalmente

  4. Avatar aghost

    anche io come andrea, e suppongo come molti altri, ho sviluppato un’abilità inconscia ad ignorarare sistematicamente qualsiasi pubblicità. E’ una forma di autodifesa molto efficace.

    La cosa singolare è che quando navigo col cellulare, e cioè a consumo, questa abilità “si disattiva” auto0maticamente e l’attenzone torna desta, non per guardare la pubblicità ma per stopparla immediatamente, infatti mi fanno imbufalire i filmatini cretini girati in un ufficio (non so neanche cosa pubblicizzino) che infestano spesso le pagine di PI. E ovviamente uso Adblock però qualcosa sfugge sempre.

    Tuttavia, mi pare che la vera questione sia sempre la solita: può sopravvivere una rivista gratis come PI?

    Con PI c’era una volta la rivista “gemella” Interlex, molto valida a mio avviso, ma che sparì quasi dalla circolazione perché chi la gestiva a un certo punto si rese conto di non riuscire a sostenere i costi e ne dirardò drasticamente gli aggiornamenti.

    Credo che lo stesso dilemma si riproponga oggi per PI, che è un’ottima rivista. Per ora si cincischia con la pubblicita si/pubblicità no, ma la domanda fondamentale è: quanti sarebbero disposti a pagare per leggere PI?

    Il concetto del gratis su internet credo stia lentamente tramontando, si comincia a capire che le cose di valore si pagano, poco magari ma si pagano. Nessuno si meraviglia di comprare il giornale in edicola, non si vede perché sulla rete dovrebbe essere diverso.

  5. Avatar Gaspar

    Per favore qualcuno mi risponda:

    assodato che come tutti voi la pubblicità io non la voglio, non mi interessa, non la clicco e mi infastidisce, specie quando navigo a consumo;

    che interesse economico ha un sito a darmela lo stesso?

    Grazie dell’attenzione.

  6. Avatar profste

    credo che camino rappresenti la giusta via di mezzo. nel senso che il suo blocco è attivo solo sugli eccessi pubblicitari, che rendono impossibile la navigazione, come ad esempio homepage rai, mentre in molti casi lascia passare le pubblicità.

    mi stupisce che non sia stata fatta una riflessione sullo spreco di banda (se è vero che siamo ancora in tempi di digital divide) che spesso queste pubblicità rappresentano.

    cmq condivido e adotto forme pubblicitarie alla mantellini, che ritengo rappresentino un possibile scenario futuro.

    just my 2 cents

  7. Avatar Andrea

    @Samuele, l’unico fine della pubblicità è venderti qualcosa. Se tu visiti solo le pagine senza comprare ottieni esattamente l’effetto opposto a quello che desideri, perché la pagina con i contenuti che stai leggendo diventa meno appetibile per l’inserzionista, che paga per mostrare qualcosa a chi non lo comprerà.

    @Gaspar, io ho deciso di considerare ii contenuti di PI come un mix tra informazioni e pubblicità. PI pubblica contenuti che includono anche le informazioni pubblicitarie, e desidera che se ne fruisca nel modo in cui egli ha deciso, secondo tre possibili scelte: pagare e non avere pubblicità, non pagare e averla, non leggere del tutto PI.
    Il fatto di poter rimuovere la pubblicità “a babbo”, mi sembra una violazione del “fair use” con il quale i contenuti vengono proposti.
    Tutto ciò vale per PI, un sito che conosco e i cui contenuti potrebbero anche valere la pubblicità o l’abbonamento. Diversa la questione se il sito è una visita occasionale e usa la pubblicità in un modo che io reputo troppo invasivo.
    Che poi il business model non abbia appeal per me o per te, non significa che non sia del tutto inefficace: in fondo PI è online da un po’.

  8. Avatar Barbara

    Anche io come te non credo di aver mai cliaccato su un link pubblicitario e quasi non mi accorgo + degli Adsense sparsi ovunque però concordo che ci sia contenuto e conteuto, sul blog, che non considero qualcosa da cui guadagnare ma qualcosa su cui diveertirmi scrivendo caz+++ ehm cose mie non la metterò mai ma reputo giusto ( e io stessa lo faccio sebbene non in modo invasivo) che siti diversi dal mio che tratano argomenti e richiedono impegno e gente con cognizioni comprovate o siti commerciali usino la pubblicità ci mancherebbe che uno lavorasse per la gloria

  9. Avatar pannasmontata

    se si parla di pubblicità fastidiosa che realmente disturba la fruizione di un sito sono la prima ad ignorarla e a fare il possibile per bloccarla.
    Non dimentichiamoci però che ci sono anche tantissimi casi in cui quei due box di link pubblicitari permettono al sito che stiamo leggendo (scegliete voi quale) di essere online e di essere consultabile gratuitamente.
    Per questo ignorare volutamente sempre e comunque qualsiasi tipo di pubblicità su qualsiasi sito non penso sia sempre giusto.
    Personalmente condivido la scelta di PI … ma quanti effettivamente pagheranno?
    Sarà sempre più semplice installare sw su sw per bloccare la visualizzazione di banner pubblicitari e leggere tutto gratis … come dire si vuol sempre la botte piena e la moglie ubriaca.
    Tra l’altro tempo fa su Hardware Upgrade venne fuori una discussione interessante proprio a riguardo :
    http://www.hwupgrade.it/blog/89.html
    ripresa poi qua:
    http://www.hwupgrade.it/blog/101.html

  10. Avatar thisend

    La pubblicità è giusto che ci sia, basta che non dia moltissimo fastidio.. Se un sito o un blog ha scritto un ottimo articolo che mi interessa, io clicco sempre sulla publicità, qualora ci fosse, per ringraziarlo..

  11. Avatar Dario

    Nella Internet prima versione,quella uscita fuori da Arpanet,la risposta alla tua domanda era: le risorse che ti invio,i documenti che metto a disposizione sono gratuiti,e li condivido con piacere sapendo che anche tu farai lo stesso (il p2p). Questo poteva valere negli interscambi tra studiosi.
    Quando Internet è diventata di “massa”, un nuovo media,il discorso è cambiato: ci sono nuove figure professionali,una nuova economia. Tutto ciò ha bisogno di Marketing, di pubblicità; nulla vieta di usare Adblock con Firefox su di un sito,se si preferisce navigare pulendo tutto. Sarebbe possibile utilizzare comunque anche Web Browser di testo,che eliminano gli Javascript (mi rifaccio al discorso di Camino): le soluzioni dunque ci sono. Personalmente ignoro spesso la pubblicità,mi interessano però le nuove forme di advertising.
    Forse và ripensato il business model dei magazine online (e non solo),questo è certo,però non trovo malvagio fornire una versione a pagamento del quotidiano: tra l’altro PI non sbandiera nella home,almeno ora non c’è,questa nuova iniziativa. Può essere considerato come una possibilità in più per chi è ormai fedele alla lettura e fa parte della community; a tal proposito vorrei segnalare questo post di Luca De Biase. Il WSJ ha fatto un operazione curiosa, inserendo un codice per leggere il sito web nell’edizione cartacea.

  12. Avatar Davide Salerno

    Secondo me se c’è con moderazione non mi dà fastidio perchè la ignoro.

    Quando però è troppa il discorso cambia: ci sono siti (ed anche blog) dove ad un certo punto non capisci più cosa stai leggendo: se gli adwords o l’articolo… e poi magari arrivi ad un certo punto e trovi pure il link per leggere la versione integrale pagando. Mi sembra troppo.

    Non sapevo però che ci fossero dei lettori così prodighi di click pubblicitari in cambio di un buon post… la cosa mi sconvolge un pò: forse potrei fare degli esperimenti…

  13. Avatar Stefano

    “assodato che come tutti voi la pubblicità io non la voglio, non mi interessa, non la clicco e mi infastidisce, specie quando navigo a consumo;

    che interesse economico ha un sito a darmela lo stesso?”

    mica tutte le pubblicitá pagano a click. se pagano ad impression, l’interesse economico a mostrartela il sito ce l’ha. e magari gli permette di non chiudere i battenti.