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Server consolidation tramite virtualizzazione

Server consolidation

(Segue da qui.)
Il terzo grande ambito di utilizzo della virtualizzazione, dopo quello personale e di sviluppo, è la server consolidation.
Uno dei problemi più sentiti dell’IT aziendale è il proliferare incontrollato dei server, che fa rapidamente lievitare i costi delle infrastrutture e della loro gestione. Fino a pochi anni fa, l’aggiunta di un servizio o di un’applicazione comportava l’installazione di un altro server, ed oggi non è infrequente trovare macchine sottoutilizzate da un unico servizio che impiega una minima percentuale del tempo CPU e una frazione della banda I/O a disposizione.
La server consolidation è un approccio all’uso più efficiente delle risorse nell’ottica della riduzione del numero totale di server necessari ad una azienda. (da WhatIs.com).

La virtualizzazione è una delle tecnologie che aiutano ad usare le infrastrutture in modo più razionale, perseguendo l’obiettivo della server consolidation; la presenza di più istanze virtuali su di un unico server adeguatamente carrozzato porta diversi benefici sotto molteplici aspetti. I prodotti di elezione sono VMWare ESX Server e Xen, che sono piattaforme di paravirtualizzazione. Il primo mi sembra abbia una quota di mercato maggiore, almeno nelle piccole e medie aziende.
Alcuni dei fattori che rendono queste piattaforme ideali per la server consolidation sono:

Gestione centralizzata e uniforme: la piattaforma di virtualizzazione permette di manutenere le istanze virtuali da un’interfaccia comune e coerente, direttamente dai PC del personale IT.

Migliore gestione e completo sfruttamento delle risorse: le potenti e costose CPU di ultima generazione sono finalmente sfruttate fino al massimo possibile, e l’I/O e lo storage sono utilizzati più razionalmente.

Deploy più rapido: un repository di immagini preparate in precedenza permette di avere un certo numero di “template” dai quali derivare nuove istanze senza dover ripetere ogni volta l’installazione completa. I tempi di deploy di nuovi servizi si misurano in ore, non in giorni, dato che non è necessario attendere la consegna di nuovo hardware, e si evitano le pastoie burocratiche dell’ufficio acquisti.

Gestione più agile delle risorse: proprio per i motivi elencati sopra, si può pensare di fornire servizi per periodi di tempo anche molti limitati, garantendo la copertura delle necessità finalmente secondo un vero modello “on demand”.

Backup e disaster recovery più rapidi ed efficienti: il salvataggio è più semplice, e le immagini esportate possono essere anche caricate su hardware “di fortuna”.

Uso efficiente dello storage centralizzato: dove presente, l’utilizzo di un sistema SAN accoppiato ad un pool di server aumenta enormemente la flessibilità del sistema: ad esempio è possibile spostare le istanze tra diversi server in relazione al carico richiesto. (Vedi figura in alto.)

Minore occupazione di spazio e consumi inferiori: un uso più razionale dello spazio in sala server e minori richieste in termini di alimentazione sono amici delle economie di scala.

Massima scalabilità: nel caso di storage condiviso con uno o più server, l’aggiunta di una macchina fisica al pool è un’operazione semplice e relativamente poco costosa.

Maggiore granularità di configurazione: è estremamente semplice modificare la configurazione di una istanza virtuale, adeguando i requisiti di sistema in modo da ottimizzare le risorse richieste: se ad esempio un’applicazione richiede meno RAM di quella prevista, basta riavviare il server virtuale dopo la modifica della sua configurazione.

Supporto a sistemi operativi obsoleti: può capitare che alcuni gestionali abbiano problemi con i sistemi operativi più moderni, mentre la manutenzione di server datati è costosa e non sempre possibile. La virtualizzazione è la soluzione ideale in questi casi, poiché supporta senza problemi i sistemi operativi meno recenti.

Facilità di migrazione da fisico a virtuale: la piattaforma fornisce uno strumento per la creazione di un’immagine virtuale partendo da un server esistente, senza necessità di ripeterne l’installazione. Il processo di migrazione è praticamente trasparente: il servizio è sospeso solo per il tempo necessario a spegnere il fisico e lanciare il virtuale.

Riassumendo, la server consolidation tramite virtualizzazione comporta un investimento iniziale che dà comunque un ritorno in tempi medi o brevi. Non si tratta di un processo completamente indolore, ma impatta meno di quanto si possa pensare. Per adesso il mercato sembra aver scelto questa strada; sicuramente non si vedono all’orizzonte nuove tecnologie destinate a spodestare questa, almeno per qualche tempo.


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Commenti

14 risposte a “Server consolidation tramite virtualizzazione”

  1. Avatar Ulisse31

    Quindi, al contrario di quanto si possa pensare in prima istanza, la virtualizzazione è un sistema più “sicuro” dal punto di vista della produttività? Abbastanza controintuitivo, in effetti: di solito si punta alla frammentazione dei servizi su più macchine anche (e soprattutto) per impedire che qualche cataclisma interrompa TUTTI i servizi… ma forse non ho capito bene il concetto di pool di server… mi sento molto indietro, lo so -___-

  2. Avatar Keper

    @Ulisse31: penso che nessuna azienda investa nella virtualizzazione con un solo server, sicuramente ne viene acquistato uno gemello o meno prestante che possa sostituire temporaneamente il principale in caso di rottura.

  3. Avatar Ste
    Ste

    “-….il servizio è sospeso solo per il tempo necessario a spegnere il fisco e lanciare il virtuale.”

    Magari si potesse spegnere il fisco 🙂

  4. Avatar Andrea

    LOL, Ste. Grazie, ho corretto.

  5. Avatar Barbara

    Anche MisterN usa virtualizzare i server, io di ste cose (server e reti) non capisco molto ma lui ha detto che la vera rivoluzione che ha portato la virtualizzazione è proprio in quest’ambito.

  6. Avatar Fox82i
    Fox82i

    Mi sento così indietro su certi argomenti….
    Però posso dirmi contento perchè ho creato da poco una macchina virtuale nella quale faccio girare il servizio di posta elettronica e proxy. Va che è una meraviglia e non ho mai avuto problemi di nessun genere. Solo una volta che ho dovuto riavviare la macchina per aggiornamenti di sistema….

  7. Avatar Senza Identità

    un’altra funzionalita’ avanzata di VMWare ESX Server è la possibilita’ di switchare i server virtuali da una macchina fisica ad un’altra “a caldo”, molto utile per fare upgrade hardware o manutanzione senza interrompere il servizio. per quanto riguarda i backup si puo’ risparmiare sui costi delle licenze facendo il backup delle immagini delle macchine virtuali anziche’ di ogni singola istanza. l’unico ostacolo alla virtualizzazione per ora e’ lo scarso supporto delle applicazioni che non sempre sono certificate per i sistemi virtualizzati, anche se poi funzionano benissimo. nel tempo questo problema diventera’ sempre meno influente. per chi vede nella virtualizzazione la soluzione di tutti i problemi di consumi e di spazio direi che non tutti i sistemi sono adatti alla virtualizzazione. per esempio database molto grossi che effettuano numerose operazioni di IO, elaborazioni intensive che richiedono molta cpu e memoria piuttosto che applicazioni che generano molto traffico di rete non sono idonee ad essere virtulizzate.

  8. Avatar Mirko

    dipende dalla struttura che hai sotto pe quanto riguarda il carico di rete, ho un pool di virtuali che gestiscono un B2B e raggiungono mediamente picchi di 7Mbit su una rete a 16Mbit e non ho mai ricevuto nessun allert dal watchdog SNMP.

    Altra storia per applicativi CPU – I/O intensive sono pienamente daccordo: risulterebbe sconveniente e degraderebbe il(i) processo(i) intensivo(i).

    Potremmo discutere per giorni sulle stime e su come implementare macchine, cluster, virtualizzazione ecc… 🙂

  9. Avatar Senza Identità

    Mirko sono d’accordo, io parlavo di configurazioni particolari tipo server che gestiscono alti carichi di trasferimento dati (download) tipicamente collegati con > 1-2 NIC. si tratta di configurazioni abbastanza rare e che chiaramente non si prestano alla virtualizzazione. per il resto tutte le piattaforme di virtualizzazione permettono l’accesso diretto ai driver del NIC quindi, se necessario, e’ possibile assegnare NIC dedicati alle istanze che generano piu’ traffico per non influire sulle altre istanze.

  10. Avatar Mirko

    Senza identità, siamo nella medesima lunghezza d’onda.

  11. Avatar edanna
    edanna

    Ciao Andrea,
    quali controindicazioni vedi nell’avere Nodi vmware con HW differente? Ad esempio per riutilizzare server esistenti..

  12. Avatar Andrea
    Andrea

    Mi riaccio alla domanda di edanna. Io ho già dei server esx, ma sto pensando ad una San. Grazie

  13. Avatar Luca
    Luca

    Quindi nel caso citato nel post http://www.andreabeggi.net/2004/11/29/migrare-un-dominio-nt
    potrei effettuare la migrazione descritta usando due macchine virtuali A e B alternativamente usando Vmware SErver?

  14. Avatar Riccardo
    Riccardo

    Domanda banale, non avendo il budget per una nas o san ma avendo un server con 2 processori quadcore, 4 gb ram e un un controller scsi interno con dischi sas da 10000/15000 se uso Esx posso avere delle performance accettabili??

    Grazie