Home

"I'm brave but I'm chicken shit"

Aziende ed internet

Baltasar ha lasciato un commento che merita di essere ripubblicato.

Il “sistema” Internet in Italia è bloccato. E nessuno ne parla davvero. In particolare quei signori che hai citato.
Il driver per lo sviluppo del business è la pubblicità. Finché in Italia non verrà regolamentato il mercato della pubblicità online, non ci saranno soldi né per gli editori online, né per le concessionarie e – di conseguenza – per lo sviluppo tecnico e la ricerca.
Il valore del mercato pubblicitario online è di circa 250/300 milioni di euro, cioè meno del 3% del totale mercato pubblicità (circa 10 miliardi di euro). In Europa si sta viaggiando vicino al 10%. Di questi 250 milioni, l’70% è distribuito tra i primi 5 portali (escludo da questo calcolo Google perché viaggia su un universo parallelo).
Di questi 5 portali i primi 3 sono telefoniche e 2 sono portali americani che fanno “copia e incolla” di contenuti e servizi.
Per le telefoniche, internet rappresenta qualche punto percentuale di tutto il loro business.
Insomma, come si può pensare che questi “player” guardino con lucidità allo sviluppo del mezzo (dal punto di vista editoriale e tecnico) se sono focalizzati giorno per giorno a raggranellare qualche euro di campagna advertising?

Potete fidarmi di me se vi dico che chi ha scritto queste cose sa di cosa sta parlando.


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

10 risposte a “Aziende ed internet”

  1. Avatar Mr Oz

    “Concordo pienamente a metà”.

    Cioè, non la vedo così #333333.

    Ovviamente non discuto le cifre, anzi ringrazio per la diffusione di queste informazioni.

    Non concordo con la frase “Il driver per lo sviluppo del business è la pubblicità”.

    E non concordo con l’dentificazione dei signori citati quali “player” capaci di sviluppare il mezzo.

    Se il web fosse uno sport, gli sviluppatori sarebbero i “player”; i visitatori sarebbero il pubblico; e i signori lassù sarebbero gli sponsor.

    E’ vero che senza i grossi sponsor gli sport faticano a crescere, ma cosa succederebbe se i giocatori non scendessero in campo?

    Gaspar mi ha ricordato queste parole di Diegoli:
    “(…) tutto ciò che chiamiamo il web 2.0 – per comodità – è su misura per le persone, non per le aziende. (…) tutto ciò che è in espansione è per le persone, non per le aziende. Tutto ciò che è vivo, nel web, è per le persone, non per le corporation.”

    Le tecnologie, i modi di comunicare, le abitudini e anche (massì diciamolo) le mode del web non le stabiliscono le aziende.

    I signori lassù arrivano quando le cose funzionano e le sfruttano, raramente le alimentano, a volte le fagocitano.

    Non possiamo lasciare che tutto si riduca ai calcoli matematici del mondo della pubblicità.
    Anche perché l’advertising muoverà un sacco di soldi, ma è pur sempre il business delle falsità.

    E non sarebbe bello.

  2. Avatar xlthlx

    secondo la mia [modestissima] opnione, ancora non si sono capite due cose fondamentali:
    a) qualsiasi sito/servizio/etc va pensato per chi lo usa;
    b) l’advertising online non e’ un modo per fare fatturato, se non appunto in percentuali bassissime.
    questa mancata alfabetizzazione in italia fa si che qualsiasi sito/servizio/etc online sia per definizione un fallimento.
    non c’e’ visione, non c’e’ prospettiva, in poche parole farebbero meglio ad andare tutti a casa, e lasciar fare il web a chi lo sa fare.
    [scusate lo sfogo]

  3. Avatar Matteo.Balzani

    @Mr Oz: io invece la vedo #000000 (PS: sei un genio!). Come te non concordo su quella frase, o meglio, sono d’accordo che possa e debba essere un driver, però lo sviluppo non deve avvenire in quel senso: non vanno sviluppati i formati pubblicitari, gli overlayer, i banner che si espandono ecc, ma vanno prodotti contenuti che diano valore all’inserzionista pubblicitario e che rendano rilevante il suo messaggio pubblicitario, sempre dal pdv dell’utente

    @xlthlx: è abbastanza assurdo dire che l’adv online non è un modo per fare fatturato. In tutto il mondo è la principale fonte di fatturato (ecommerce a parte, ovviamente), a parte Flickr non mi viene in mente nessuno che campi senza pubblicità. semplicemente va cambiato l’approcccio

    @Baltasar: che non ci siano soldi per le concessionarie è una bufala, il problema è che le concessionarie lavorano in modo orrendo, vendono traffico senza valore e che non porta risultati, aggregando sitarelli di ultima per accumulare page views. Le concessionarie e le agenzie sono quelle che bloccano lo sviluppo, perchè preferiscono spremere il cliente piuttosto che proporre nuove idee, in parte per avidità in parte per mancanza di competenza

  4. Avatar Dario Salvelli

    Non sono dentro al mercato ma la mia “sensazione” è simile a quella del commento: vorrei però approfondire la questione con chi ci lavora e magari ha uno specchio più chiaro e profondo della realtà Italiano. L’Adv ovviamente è un modo per fare fatturato ma limitato se si pensa alla struttura italiana: è vero poi che non esista ancora una regolamentazione, almeno a quanto ne so. Mi sembra l’aspetto dal quale partire.

  5. Avatar Samuele

    Questo Baltazar mi sembra di averlo già “sentito”. 🙂
    Concordo con Beggi: “Potete fidarmi di me se vi dico che chi ha scritto queste cose sa di cosa sta parlando.”

  6. Avatar Baltasar

    La pubblicità è la fonte principale di fatturato per i siti. Che arrivi da Google AdSense o da una concessionaria, la revenue da adv online permette a molti editori di siti di continuare a investire nel prodotto editoriale e nella tecnologia.
    Magari un giorno non ci sarà più bisogno della pubblicità, ma non ora.

    Detto ciò, la questione torna alla “solidità del sistema”. L’anomalia del mercato della pubblicità online in Italia è che il prezzo del prodotto venduto non viene definito dall’offerta (concessionaria/editore) ma dalla domanda (centro media/cliente investitore). Ed è per questo motivo che spesso si svende la pubblicità, con il risultato di vedere una pletora di banner di pessima qualità affogare siti di ottima qualità.
    La parola magica è: regolamentazione.

    Approfitto per ringraziare Andrea per la gentile ospitalità.

  7. Avatar Gianka

    Concordo totalmente con Mr OZ, che la pubblicità sia (sia diventata) il driver di sviluppo mi spaventa parecchio… anzi mi terrorizza.

  8. […] la presenza delle aziende su internet è ancora lontana dai numeri dei paesi anglosassoni. Cito un commentatore del mio blog (commento di dicembre 2007): “Il valore del mercato pubblicitario online è di circa 250/300 […]

  9. […] delle aziende su internet è ancora lontana dai numeri dei paesi anglosassoni. Cito un commentatore del mio blog (commento di dicembre 2007): “Il valore del mercato pubblicitario online è di circa […]