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"I'm brave but I'm chicken shit"

Genova Est

Un mazzo di rose.
Un mazzo di rose sul selciato.
Un mazzo di rose, un po’ scombinato, sulla linea di mezzeria della rampa di un’autostrada.
L’ho visto così, passandogli accanto ieri sera.
Quella visione fugace mi ha raccontato una storia.
La storia di lei, che si arrabbia e getta i fiori dall’auto desiderando solo essere altrove. E poi tiene la testa appoggiata al finestrino, guardando fuori. Le luci gialle della galleria sfuocate dalle lacrime che le riempiono gli occhi e che lei vorrebbe ricacciare indietro. Portami a casa, ora. No, non voglio parlare.
La storia di lui, che voleva farle un regalo, cercando di farsi perdonare qualcosa al modico prezzo di “Me ne dia sette. Sì. Quelle rosse, grazie”.
Le cose che ci sono state, le frasi, le promesse, il futuro, adesso sono lì a terra.
Avvolte in un po’ di cellophane e carta crespa che aspettano di essere calpestate dal prossimo furgone.


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Commenti

9 risposte a “Genova Est”

  1. Avatar Marileda

    ma tu non eri quello:”soggetto-complemento-predicato”? Beggi, Lei mi stupisce ogni giorno di più (e dire non leggevo il tuo blog da una vita, pensando di trovarci solo protocolli vari, robe di reti e server, disquisizioni su ram e cpu).

  2. Avatar Emanuele

    Complimenti. Nient’altro.
    Ciao,
    Emanuele

  3. Avatar roberto dadda

    La storia potrebbe essere diversa, io ci vedo un uomo che dive “e io che sono così pirla che ti ho portato i fiori!” e li getta dal finestrino…

    bob

  4. Avatar Neck
    Neck

    Solo un extracomunitario tosto che mandando a cakare sti italiani di merda (molto spesso a ragione ) ha buttato via l’ultimo mazzo che tanto il giorno dopo non sarebbe servito….
    le virgole non mancano per caso.

  5. Avatar bbx
    bbx

    dopo due giorni ho voluto rileggerla.
    mi piace come hai interpretato la situazione.
    grazie

  6. Avatar Ogni Annuncio

    Wow, niente male 😀

  7. Avatar Mammamsterdam

    1991, è mezzanotte e sto andando in bici a casa del maschio alfa allora fresco di nomina, dopo essere passata da casa a prendermi un paio di cosine indispensabili.

    Sorpasso un mazzo di rose per terra, mi fermo e le raccolgo.

    50 mt. dopo sorpasso 1 cono di cellophane ancora con la forma.

    Altri metri dopo c’era una mazzetta di nastrini bocoluti in colori assortiti.

    Raccolgo e rimetto insieme tutto.

    Il biglietto successivo lo lascio stare. Mi presento a casa del maschio della mia vita, 45 minuti dopo averla lasciata, rosemunita. Poi per evitare che mi si distraesse e passasse il resto della notte a chiedersi dove mi sono procurata i fiori a quell’ora, gli ho spiegato il perché e percome. Ancora me lo rinfaccia, che gli regalo i fiori raccattati per strada.

    Morale: mai legare un mazzo di rose al sellino posteriore della bici con l’elastico di ordinanza. Sui sampietrini si sfila pezzo pezzo e perdi tutto.

    (Suvvia, ci sono anche spiegazioni meno tragiche al mondo).