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"I'm brave but I'm chicken shit"

La mer, le poésie

Sulla spiaggia di Pinarello, Corsica del Sud, c’è questo chiosco di poche pretese.

E’ gestito da un signore che arriva a metà mattinata, si rilassa all’ombra, fa un paio di bagni e apre la serranda intorno alle 11. E’ un poeta e fotografo, i suoi libri sono esposti sul piccolo banco di legno consumato, posati su dei piccoli leggii di plastica trasparente.

Si capisce a prima vista che non è il classico esercente estivo: ha più l’aria di un professore universitario in vacanza in un luogo dove tutti i chioschi e ristoranti sulla spiaggia sono gestiti da giovani stagionali e propongono atmosfere lounge e tropicali con gran sfoggio di musica, parasole a vela e poltrone all’ombra dei pini.

Lui no: ti vende tranquillo il suo pessimo caffé che spilla da un thermos alle sue spalle, o estrae un Solero dal piccolo frigo che non produce il minimo rumore; circostanza inspiegabile, visto che  tutti gli altri hanno dei rumorosi generatori installati qualche decina di metri all’interno della pineta. Ti lascia sedere a uno dei pochi tavolini di plastica bianca che stazionano davanti al chiosco, sulla piccola pedana di legno sbiancato dal sale, sotto una vecchia tettoia di legno, e si interessa al libro che stai leggendo, parlandoti in buon italiano. All’ora di pranzo prepara con pigra meticolosità semplici insalate che serve ai pochi avventori che mangiano tranquilli.

Non sono riuscito a ottenere molte informazioni, e non volevo neppure infastidirlo, ma alla mia curiosità ha risposto con un sorriso: “No, certo che questo non è il mio lavoro. E’ la mia passione e la mia tranquillità”.

Non so cosa faccia, ma certo ha l’aria di una persona che ha trovato quello che stava cercando.


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Commenti

11 risposte a “La mer, le poésie”

  1. Avatar Mitì
  2. Avatar Net Flier
    Net Flier

    questo si che va bene..mica come me..

  3. Avatar lospippolo

    …ho motivo di credere che sia un ex-sistemista, lo si evince dal frigo silenzioso.

    Dico ex-sistemista e non ex-programmatore perchè i programmatori non si occuperebbero di roba hardware come preparare insalate. 🙂

  4. […] Lo dico da sempre che quando Andrea Beggi non parla di roba tecnica diventa un vero poeta. […]

  5. Avatar Giampiero
    Giampiero

    Concordo con l’autore dell’ultimo post, anzi vorrei aggiungere che Andrea è un poeta anche quando parla di roba ténica … (ho proprio scritto così, non è un errore di ortografia!)

  6. […] – La mer, la poésie, di Andrea Beggi […]

  7. Avatar Adriano D'Anselmo
    Adriano D’Anselmo

    Aah, adesso si! Ho finito di fare i piatti, mia moglie é andata a lavorare, i miei figli sono uno (8 anni) srotolato sul divano con il Nintendo e l’altro (5 anni) seduto alla sediolina tutto teso alla Playstation 2. Dal canto mio ho avviato una playlist dal titolo “Red”, mi sono disteso sul letto, ho aperto una persiana notando che l’aria é finalmente cambiata (parlo del medio Adriatico), mi sono letto “La mer, le poésie” e mi é venuta voglia di scrivere due stupidaggini riflessive sulla questione. Non ho mai scritto su di un blog é questo di Andrea é il primo. Certo un po’ mi vergogno leggendo che sono otto anni che esiste il presente e che io non ne ho mai frequentato uno, mai scambiato una chat, mai considerato cose, pensieri, idee, niente. Mi sono imbattuto qui perché l’altro ieri stavo cazzeggiando nella mia agenzia immobiliare e mi é venuto in mente di leggere qualche forum sulla professione e così tra le moltitudini di cose scontate ho letto il “Manuale dell’utente” sulle agenzie immobiliari scritto da Andrea….non ricordo quando, ma, mi pare, qualche anno fa. M’é piaciuto il piglio irridente, caustico e non definitivo nella condanna, insomma mi ha spinto ad entrare e a fare altro. Ho messo gli occhialini ed ho visto un mondo che non conoscevo. Innanzitutto mi sembra, se ho capito bene, che questo andrea beggi é un mago della modernità e tutto quello che dice in materia di informatica, per me, é come se fosse scritto in paleosardo. Quando poi ho letto qualcosa inerente le sue mani o la storia della Corsica allora mi sono convinto che mi trovavo nel posto sufficientemente ignoto per avere qualcosa in comune e per restarci.
    Tornando al corso, si, attenzione però che nel suo cartello non scrive “la mer” ma “l’amer”, l’amaro. La semplice insalata, il pessimo caffé, tavolini di plastica bianchi, il legno sbiancato dal sale….non so se é la forza evocativa di Andrea ma di certo é che l’aspro retrogusto che arriva é proprio quello di una persona che si é riappacificato con la sua infelicità, con il suo passato e che lo ha racchiuso in quel posto, in quella lingua di spiaggia arsa e cruda. Questo mi arriva e questo mi piace. Mi piace questa solitudine dal branco, questa asocialità attiva, questo estraniarsi ma nel contempo occuparsi del prossimo “…e si interessa al libro che stai leggendo”. Mi ci rivedo in questo signore che preferisco immaginarlo vecchio di 87 anni e che non ha più niente da dire della vita ma che si interessa solamente a qualcuno che si ferma da lui per un piccolo lasso di tempo, simmetrico a quello che gli resta. A questo penso, ad un uomo sulla soglia della morte che come ti vede respira un tiro e sta bene.
    Adesso però vi lascio perché vado a “lavorare” e poi i piccoli hanno sforato di gran lunga i 30 minuti loro concessi e per essere più convincente a farli smettere devo per forza minacciare la mia superiorità fisica che finché dura é bene; del poi……a presto.

  8. Avatar Andrea

    Grazie Adriano per il tuo commento, toccante. Grazie.

  9. Avatar Adriano D'Anselmo
    Adriano D’Anselmo

    Grazie a te, sei tu la musa.
    D’altronde stamattina tra le stragi in Norvegia, l’abuso sulla bambina a taranto e la costola rotta di Vasco é proprio una mattinata di merda. Per non parlare della giornata uggiosa. Vorrei proprio teletrasportarmi a Pinarello, mettermi la crema 50, come faccio per tutta l’estate, e appena arriva il poeta mandarlo a cagare perché mi ha dato fastidio la sua ombra, vomitargli che la sua insalata mi fa schifo e che adoro i ravioli con il sugo di carne sobollito per tre ore e mezzo inghiottito d’olio e scarpettato con il pane del Gran Sasso, cacciare le mie Marlboro rosse morbide che di solito non fumo prima del caffé del pranzo e tirarmele tutte con un fiato finché i polmoni ed il sole non mi schiattano (scusa ma proprio “Penelope non riesce a morire” dovevo ascoltare adesso che mi sento in un momento di massimo labirinto cosmico? Cazzo, metti qualcosa di più allegro ogni tanto, no? Che so…un po’ di funky con la sezione fiati in controtempo che ti fa muovere il culo).
    Meno male che Woody Allen mi sta a circa 200 km e questo mi tranquillizza. Sento già il suo respiro e vedo il suo sguardo attonito di fronte ad un romano che per farsi capire si smanica in una serie di “…aò…e dajie…te volevo dì…mettete de llà…no de quà…ma che stai a ddì a Wudiiii”. E lui “..eehm…si…certo…sicuro che…no,no,no…non volev…eeeeh, mi sc…no davv…davvero, mi scusi, non macchiato-caldo-senza-schiuma-in tazzina fredda…solo…solo….eih…Soon-Yi…diglielo tu, dai…diglielo…solo un caffé, solo un fottutissimo caffé…”

  10. Avatar Luca

    Parliamoci chiaro, qui la poesia sta nella sua stessa vita e negli occhi di chi l’ha saputa cogliere nella sua essenza. Non è facile arrivare in profondità in questo modo..complimenti!!!

  11. Avatar zazie
    zazie

    Bello, l’ho amato questo post. Per Adriano l’amer non è solo “l’amaro” in francese ma anche “un objet fixe et visible servant de repère sur une côte.” (ogetto fisso e visibile chi serve di punto di referimento al bordo di mare o per navigare)
    (scusate il mio brutto italiano)