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"I'm brave but I'm chicken shit"

Correre

L’altra mattina alle 7 si stava bene. Io stavo bene, stavo sorridendo ed ero contento.

Stavo correndo nell’aria profumata del mattino e sorridevo perché mi sentivo a mio agio, rilassato e divertito da quella strana sensazione che mi capita di tanto in tanto, quando le gambe “girano” per i fatti loro senza apparente fatica, leggere, e le scarpe si appoggiano sul selciato che sembra spingermi in avanti.

Sono contento di questa passione che ho scoperto in ritardo e che mi ha coinvolto così tanto, poteva andarmi peggio; invece faccio qualcosa che mi fa stare bene e mi diverte: finché dura sarà una pacchia.

Quando ho iniziato non ero così sicuro: facevo una fatica dell’accidente e le prime volte è stata difficile, ma qualcosa mi spingeva a perseverare. Strano, perché fino a qualche anno fa ero un professionista della pigrizia, abilissimo a trovare espedienti per muovermi il meno possibile. Eppure. Con il tempo e l’esperienza la fatica è diminuita, e la soddisfazione aumentata; sono subentrate la voglia di migliorare, la lotta con me stesso, la voglia di fare qualcosa che mai avrei pensato essere alla mia portata.

Correre rende più leggere le mie giornate: è tempo che prendo per me, che elimina la fatica di una giornata di lavoro particolarmente pesante, o che me ne fa iniziare bene una nuova. Se ho bisogno di riflettere posso concentrarmi senza fatica, se invece voglio svuotarmi di tutti i pensieri, seguo il battito ipnotico delle scarpe, contando all’infinito da 1 a 8. E’ una tecnica efficacissima: posso andare avanti così per intere mezzore senza rendermene conto, lasciandomi dietro la fatica, il nervosismo, il mal di testa, il mal di schiena, tutte le tensioni. Arrivare alla meta regala un senso di completezza come poche altre cose, e che dura per un po’ finché non viene la voglia di ripartire.

Non è che la fatica sparisca: se mi capita di spingere arrivo alla fine con il batticuore e il fiatone, ma è una fatica “buona”, che purifica, efficace. E poi libera endorfine: un effetto che non mi fa stupire che si parli di dipendenza.

Quando andavo in moto, guardavo la strada valutando ogni curva e ogni allungo pensando a come l’avrei potuta percorrere con la traiettoria migliore, adesso guardo la strada e vedo un luogo dove cercare la pace per la mia mente e il movimento per le mie gambe. Un luogo, nuovo o vecchio, non mi sembra davvero “mio” se non ci ho corso, se non l’ho battezzato con le gocce di sudore che cadono dalla mia fronte.

“Sono le fisime di mezz’età!”, dice. Se anche fosse, che importa? Ce ne fossero, di fisime così.


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Commenti

9 risposte a “Correre”

  1. Avatar Marileda
    Marileda

    Ho iniziato a correre anche io, da poco, ma lo faccio… tratti brevi, un tempo limitato. C’è stato quel tempo in cui ti dicevo “ma chi te lo fa fare. Beggi, ma lascia stare che è una roba da fissati del fitness e tu sei lo sportivo da muscolo della forchetta…”. Solo quando si inizia a correre. In solitaria. Possono apprezzarsi i benefici della pratica. E più pratichi meno senti la fatica. E macinare asfalto diventa un piacere irrinunciabile.

  2. Avatar bbx
    bbx

    Stessa vita pregressa
    stesso futuro ma in Mountain Bike
    Ti auguro il mio stesso benessere

  3. Avatar Ale

    anche io ho cominciato questa pratica da poco, e devo dire che è meraviglioso quanto ti possa far stare bene.
    hai superato il test del moribondo? quanti km fai di solito?
    usi ancora micoach?

  4. Avatar Andrea

    Il mio PB sui 10km è intorno ai 47 minuti, mi pare. Per i KM dipende quanto tempo ho a disposizione, da 7,5 a 15/20, dipende.

  5. Avatar Massimo
    Massimo

    si è una bella sensazione, una domanda: ma corri con il metodo dei maratoneti?
    (lettura consigliata: Murakami Haruki – L’arte di correre)

  6. Avatar Andrea

    Il libro l’ho letto. Il metodo dei maratoneti non lo conosco. 🙂

  7. Avatar Massimo
    Massimo

    Lo chiamo così, ma non prenderlo alla lettera … 🙂
    Quando ho iniziato lo scorso anno un maratoneta mi ha spiegato come iniziare ad allenare il corpo a resistere all’affanno: in pratica per almeno tre volte alla settimana ci si allena almeno un’oretta ciclando K minuti di corsa con M minuti di camminata veloce. I K minuti vanno ponderati in base alle proprie capacità, quindi se dopo che so, 3 minuti sono quasi sfinito, inizio a camminare velocemente per circa 5 o 10 minuti, fino a che non si è ripristinato il battito cardiaco; e si ricomincia. Personalmente mi sono trovato bene con questo metodo di allenamento: il giorno dopo non ero indolenzito al punto di non potemri muovermi e stavo bene.
    Perché parlo al passato? Spero di ricominciare di nuovo 😉

  8. […] Persino Andrea Beggi non si è dimostrato immune a questa febbre estiva: […]

  9. Avatar Giovanni
    Giovanni

    La passione della corsa è nascosta da qualche parte, poi esci con le scarpe ai piedi, inizi e non molli più.

    Personalmente ho cominciato sei anni fa, ho mollato per qualche mese ho ripreso, mi sono iscritto ad una società dilettantistica da due anni, mastico un strade e sentieri, mi stuzzica la salita, partecipo alle gare con una sfida con me stesso!
    L’ambiente lo trovo sano, gradevole e le persone sono umili.

    Ritaglio il poco tempo a disposizionne per allenarmi, al mattino quando l’aria è frizzante.

    L’ultima gara?
    una Goliardata, l’Arrancabirra per chiudere la stagione e quello che ci vuole, andate a curiosare nel sito, e sono sicuro, non ne potete fare a meno, come è successo a me.
    Giovanni pettorale 354 7^ edizione