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"I'm brave but I'm chicken shit"

Di piedi e di ali

Nella corsa quasi tutto è “interno”, dipende da te stesso, ti arriva da dentro, la ottieni con tempo, pazienza, impegno e a volte sofferenza. La maggior parte dei fattori “esterni” sono irrilevanti: di condizioni atmosferiche, circostanze, sfighe, e inconvenienti di varia natura è inutile preoccuparsi, tanto si tratta di cose al di fuori del tuo controllo. Le scarpe sono uno dei pochi fattori esterni che puoi controllare, il che spiega perché chi corre è così attento alle scarpe, al punto da esserne quasi ossessionato. Una scarpa può fare la differenza tra il poter e non poter correre, tra la salute e l’infortunio, tra la sofferenza e la corsa senza preoccupazioni.
Per trovare la scarpa adatta ci vogliono tempo, buoni consigli, prove, errori e fortuna.
Quando pensi di averla trovata vorresti sempre che fosse nuova, efficiente, pulita e comoda come il primo giorno, e invece con rammarico ti accorgi che giorno dopo giorno, uscita dopo uscita, le tue scarpe invecchiano e deperiscono come se assorbissero tutte le sofferenze che ti hanno risparmiato durante l’arco della loro esistenza. Quando hanno terminato la loro carriera a volte le ricicli per passeggiare o per lavorare in giardino o semplicemente le butti perché ne hai già troppe e sono davvero malridotte; queste le ho buttate: avevano sul groppone 10 mesi di attività e quasi 1.000 Km ed erano addirittura bucate sulla punta. Per un capriccio del caso hanno avuto una sepoltura abbastanza simbolica: sono finite in un cassonetto di Atene, e la culla della maratona mi è sembrata una degna fine per un paio di scarpe da corsa. Grazie.

vecchie

 

 


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Commenti

2 risposte a “Di piedi e di ali”

  1. Avatar Thomas
    Thomas

    Assolutamente irrilevante, ma… hai “mirrorato” la foto delle vecchie? 🙂

  2. Avatar Andrea

    Sì, per simmetria….