Andrea Beggi

"I'm brave but I'm chicken shit"

Il digital divide in Italia è culturale

Prendo spunto da Luca per una rilessione/provocazione.
Immaginiamo un individuo medio.
Interessi esclusivi: calcio, televisione, videogiochi, telefonini. Nessun altro hobby, ultimo libro letto: “Fontamara” di Silone, in terza media, perché costretto. Parla solo italiano e dialetto.
Perché mai dovrebbe interessarsi ad internet?
Per frequentare due forum dei teppisti della sua squadra del cuore e per un po’ di gnocca (della quale fruisce tramite i DivX che gli passa suo cuggino, per vedere i quali ha comprato il lettore da tavolo a euro 49 da MediaWorld), la fatica ed il costo sono troppi.


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Commenti

8 risposte a “Il digital divide in Italia è culturale”

  1. Avatar Tambu

    perch� trova le ultime notizie sulla sua squadra del cuore. gli ultimi gossip sui reality che segue, patch e server online per i videogiochi. suonerie e sfondi (e SFONDI 😉 ) per il cellulare, e programmi per crackarlo e fare ancora pi� il fico con gli amici. e quei divX che non pu� avere il coraggio di chiedere a qualcun altro…

    e poi, qualcuno che infesta i miei referrer con la chiave “come costruire una bomba a mano” deve pur esistere, no? 🙂

  2. Avatar spiritum

    “videogiochi” � gi� un bel passo avanti, al massimo alcuni della PS I, altrimenti alzi troppo il profilo 😉 Ci son tante cose da sapere per portare avanti il discorso videogiochi…

  3. Avatar Barbara

    Mah dai la fatica orami � molto ridotta… i costi non
    so dipende se si deve comprare un pc o deve pagare solo
    la connessione… mah … sar� che detto tra noi mettermi
    nel panni di qualcuno che non navighi non mi riesce bene
    noi qui siamo proprio maniaci ci pc e web e devo dire che
    per un motivo o per l’altro anche tutti conoscenti e amici
    anche quelli pi� diffidenti trovano un motivo per andare
    online anche se saltuariamente … sar� che per me internet
    � indispensabile!

  4. Avatar desnos

    hai ragione
    e
    aggiungo
    che quando parlo con amici e no di questo
    vedo che un grande solco si sta aprendo
    tra chi e chi
    e poi nn � vero che le nuove generazioni sono tutte in rete
    � ideologia di mercato

    in certi ambienti la diffidenza mista a grande ignoranza regna regina
    perche si sa nessuno vuole sgobbare
    e per imparare un minimo ci vuole

    il problema nn � posto in chiave sociale ma in quella commerciale ora dopo tanti sbandieramenti di societ� progradita
    ci rendiamo conto che l unica cosa che ci divide dal 3 mondo � l uso dei cellulari
    con musica polifonica e video incorporato
    per il resto le cose sono come 50 anni fa

    l’ uso sociale del pc che � riservato a pochi

    ormai la speranza di una rivoluzione delle coscienze
    � naufragata dietro la macchina
    demente del gioco

  5. Avatar Paolo
    Paolo

    sono d’accordo che in Italia il digital divide e’ principalmente un cultural divide, lo stesso che riscontriamo tra chi entra o non entra in una libreria, tra chi guarda 10 minuti o 4 ore di tv al giorno (evitando i telegiornali).
    Internet non e’ ancora “IL” media (lo diventera’ ma forse lo chiameremo in un altro modo ma questo e’ una divagazione) bensi’ UNO DEI media, uno dei pochissimi che richiede la partecipazione nella fruizione dell’informazione e non la ricezione passiva della stessa.
    non e’ una coincidenza che nella nostra societa’ dove il consumo televisivo e’ inferiore solo a quello degli stati uniti e brasile credo, si vendano pochissimi (rispetto ad altri paesi europei) quotidiani e libri. L’atto di acquisto di informazione comporta infatti una seppur minima azione di ricerca o di scelta del flusso informativo.
    Inoltre sebbene la rete sia il media che ha avuto il piu’ veloce tasso di penetrazione e sviluppo nella storia dei mezzi di comunicazione, per accedervi sono necessarie alcune seppur minime capacita’ di “accesso ai contenuti” le quali invece non vengono richieste al fruitore della radio o della televisione.
    I dati di vendita dei computer in Italia sono in confortante crescita ma l’assunto ancora una volta non e’ se verra adottata o meno la tecnologia, piuttosto il suo uso/consumo. Anche la televisione quando venne introdotta aveva il nobile fine di promuovere la lingua italiana..

  6. Avatar Dario de Judicibus

    Andrea, se quello � veramente l’italiano medio, cambio cittadinanza.

  7. Avatar Keper
    Keper

    Come non darti ragione (un po meno sui videogiochi per�).
    Anche mio padre, sessantacinquenne, che usa internet diversamente da molte persone che conosco, comunque ne fa un uso unilaterale, in sostanza ricerca notizie e non contribuisce.

    P.S.:
    Permettetemi la provocazione, ma se l’italiano (scritto) medio � come quello di Desnos (v. sopra), siamo messi anche peggio.

  8. Avatar Stefano

    La situazione, anche se sono passati già due anni, non è cambiata di molto, almeno credo.
    Le connessioni ad internet a banda larga sono molte di più, ma penso di più per volere dei figli.
    Mio padre, si collega per le news che offre, non penso per altro.
    Scusatemi comunque per aver “ri-esumato” questo vecchio post, ma credo sia una situazione ancora attuale..