Ieri sera sono stato ad una presentazione di un libro. Mentre l’autore (che se scrive come parla, il libro deve essere veramente interessante) spiegava come ha raccolto le informazioni, visitando i registri navali europei e le parrochie italiane, e consultando archivi che risalgono a due secoli fa, mi sono posto una domanda.
Oggi è ancora possibile ritrovare storie affascinanti e studiare i particolari minori della storia tramite vecchi libroni ingialliti, che malgrado il tempo sono ancora in grado di essere consultati; ma cosa succederà tra 50, 100 anni?
Ormai nessuno più archivia nulla su carta, è tutto digitale e l’immortalità del digitale è un mito da sfatare: i vecchi libri sopravvivono anche se nessuno si cura di loro, gli archivi digitali hanno bisogno di attenzioni, vanno conservati adeguatamente e ogni tanto spostati su media più recenti, per essere ancora consultati.
Tra qualche secolo chi sarà più in grado di leggere un nastro magnetico (ammesso che non sia deteriorato, cosa probabilissima)? Oppure un CD-ROM (idem)?
Se ritrovassi oggi il vecchio disco MFM del mio PC-XT di venti anni fa (10 Megabyte, mi pare), sono sicuro che mi piacerebbe guardarlo, ma non ne avrei la possibilità: dove lo trovo un controller adeguato?
Queste informazioni andranno perdute, come lacrime nella pioggia. 😀
Commenti
18 risposte a “Come lacrime nella pioggia”
no, in futuro (ma anche ora) metteremo tutto su internet e ci saranno backup su backup e mirror di mirror… che � un pochino quel che rispondo a chi ha paura di perdere le foto digitali: “comprati un account su flickr e f� inmmodo che loro le conservino per te” 🙂
rovesciando il problema potrei dire che tra 100 anni la vera sfida sar� cercare qualcuno che � in grado di interfacciare le “vecchie” tecnologie con le nuove. che, mi rendo conto, suona come “qualcuno che � in grado di prendere in mano un libro”, ma che vuoi farci… � il progresso 🙂
Con alcuni colleghi si era arrivati alla conclusione che per evitare di trovarsi con supporti illeggibili era necessario trasferire sempre tutto nei nuovi supporti disponibili, via via che comparivano sul mercato. Altra strategia � avere pi� copie degli stessi dati, su supporti diversi, in luoghi diversi.
Tambu, ok, ma:
La manutenzione degli archivi va fatta. Chi mette online i dati? Chi paga? Chi si incarica di spostarli?
E poi: le suore dell’asilo di mia figlia non usano flickr, per ora….
Interessante la tua osservazione…E davvero vengono un poco i brividi a pensarci. Per� so che oggi, almeno in Italia, molte cose vengono registrate sia su carta che digitalmente. Un doppio lavoro, lo so, una delle tante cause di lentezze burocratiche. per� in questi casi anche un po’ pi� rassicurante…
Mi ha fatto un gran piacere averti visto, ieri! E s�, Zatterin scrive proprio come parla :-)**
Questo lo manda Fabio:
“It is only slightly facetious, to say that digital information lasts
forever – or five years, whichever comes first.”
(Jeff Rothenberg, RAND Corp, Scientific American)
Certe cose danno proprio l’idea di come la tecnologia galoppi e si porti dietro cambiamenti di abitudini & Co.
A me capita di ripensare quando salvavo su floppy … quando
per cercare una parola usavo grossi dizionari scritti piccolo
piccolo … credo che anche andare a scuola sia molto diverso
adesso che ” ai miei tempi” che in fondo uno dice erano solo
9 anni fa le cose erano davvero diverse…
noi nn possiamo ancora misurare in modo lucido quello che in questo momento sta accadendo
dietro il mondo informatico ci sono ancora troppi miti troppi luoghi comuni
che sostengono un mondo che nn esiste
forse il sogno sarebbe registrare in audio e video
ogni cosa ogni respiro parola immagine
in tutto il mondo
per poi con un grande back up salvare un file dal nome
tutto l anno xyz
e quando verr� rimesso in onda
si potrebbe rivedere e vivere un anno intero
mi sembra una follia
queste macchine nn sono ancora state costruite per il bene del mondo
ma solo per tenere in piedi un apparato colossale
e immaginario
nn credo che dietro a tutto questo ci sia il minimo desiderio di memoria
e se ci fosse sarebbe mefistofelico
nella realt� si distrugge nel virtuale si conserva
ce qualcosa che nn quadra
quello che accade qui
nn esiste
� solo un frequenza elettromagnetica
impulsi in linguaggio binario
il resto � fantasia
Prima di natale facendo pulizie nello sgabuzzino, tra tutte le mie vecchie scatole contenenti la mia vecchia collezione di pc magazine ho ritrovato anche uno di quei portafloppy di plastica con dentro alcuni dischetti.
Purtroppo non potr� mai saperne il contenuto perch� spostando la loro linguetta metallica mi son reso conto che erato tutti ammuffiti!
Tutte considerazioni corrette, ma la soluzione NON � la carta, non almeno quella che usiamo oggi e abbiamo usato per cento anni e piu’, fatta di pasta di legno che ha una vita breve!
http://vnumilan.typepad.com/pcmagazine/2006/01/leclisse_della_.html
sembra un libro di ricerca, non ex-libro, ch� di questi ultimi non se ne pu� pi�
mi figuro per il futuro degli archivi cartacei oltremodo possenti
non sarei cos� pessimista, se qualche blog andr� perduto i posteri se ne faranno una ragione
il face roll consente di arrivare in siti che non vedrei altrimenti, inteessante
E’ vero, maddona quanto � vero…
forse la soluzione arriver� tra poco, ce la propineranno nuove invenzioni. Ho sempre sentito, che la migliore � quella di backuppare dati e poi per salvaguardarli spostarli su media sempre pi� recenti, ma tutta la macchina dietro(su internet) chi la gestir�?
Mi fa paura sapere che , tante cose spariranno,..
Roberto, il problema � che non si riesce a giudicare quale materiale redatto oggi, potrebbe avere interesse domani. Non credo che i vecchi curati di campagna del secolo scorso pensassero che i loro registri potevano aiutare la ricerca oggi. Allo stesso modo � difficile scegliere oggi quello che avr� valore domani.
Carriego qui non sono in ballo “un po’ di blog”, ma larghissime parti dell’esistenza dell’uomo.
[totally ot]
signor beggi, perdincibacco, che ne pensa di questo terrificante e fantomatico Palladium?
ha gi� pensato ad un post che ci faccia dormire notti tranquille tra le nostre pile di cd e dvd… di backup?
So bene che � un problema enorme e che quello che dai contemporanei � considerato fuffa dopo centinaia di anni pu� essere preziosissimo, ma inqualche modo lo dobbiamo affrontare.
I curati che nemmeno sapevano che sarebbe esistita la parola genetica hanno semplicemente scritto su carta di cellulosa con spessore e trattamento adatto alla conservazione ed a distanza di centinaia di anni leggendo i dato di quei registro analiziamo la epidemiologia genetica di interi paesi.
Allora andava certo perso qualche cosa e se ne occupavano incendi, alluvioni, guerre e imbecilli che bruciavano libri in piazza per illuminare nuove scellerate idee, ma e’ bastato che una sola copia si salvasse e noi ne disponiamo.
Dalla invenzione del processo acido in poi la carta ha una specie di meccanismo di autodistruzione a orologeria e in un tempo poco pi� lungo della vita media di ognuno di noi si distrugge in modo irreparabile.
L’enorme mole di scritti prodotti ed i costi ci costringeranno a scelte difficilissime.
bob
Roberto, hai ragione. Se pensi che � difficile conservare uno scontrino fiscale per la garanzia, figurati i libri per secoli….
miodd�o, scherzavo
lei si prende troppo sul serio
suona tristissimo…
a me � capitato lo stesso con le fotografie… non ti sto a spiegare la rava e la fava perch� si � gi� capito no?
(foto digitale=entit� sospesa fotostampata=emozione tangibile)
🙂
qualche annetto fa la rivista “Le Scienze” pubblic� un articolo allarmante proprio sulla comparazione dei sistemi di archiviazione. Il pi� sicuro resta tuttora quello della Stele di Rosetta (incisione su pietra!) … ^_^… poi le sudate carte… ultimi in classifica gli attuali supporti digitali!